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L'udienza penale in Germania: come si svolge secondo il diritto processuale tedesco
Pubblicato il 14/08/2017

Il programma del corso intitolato “Recht und Rechtskultur in Deutschland”, organizzato in agosto dalla Sommeruni Bayreuth, prevede anche la possibilità di assistere a un’udienza penale.
L’udienza a cui assistiamo è un’udienza di secondo grado avanti il Landgericht, per cui l’appuntamento è davanti al grande edificio in pietra arenaria del Palazzo di giustizia di Bayreuth, in Wittelsbacherring 22.
Dopo una settimana di corso teorico in cui abbiamo trattato, tra l’altro, il diritto processuale e quello penale, oggi finalmente entreremo in un’aula giudiziaria per assistere a un processo, un’opportunità che contraddistingue questo corso estivo da quelli organizzati da altre università tedesche.
La disposizione in aula dei soggetti processuali
Nell’aula 1.049 si svolge oggi un’udienza per un reato connesso agli stupefacenti. Prima di salire al primo piano, dobbiamo superare un severo controllo di sicurezza all’ingresso, simile a quelli che si svolgono in aeroporto, durante il quale una agente di polizia e due guardie controllano che nessuno introduca armi o oggetti pericolosi.
L’aula del Palazzo di giustizia, completamente arredata e rivestita in legno chiaro, è ancora vuota. Entriamo in silenzio e ci accomodiamo sulle sedie che sono destinate al pubblico in base al principio della pubblicità delle udienze.
Secondo la disposizione in aula che il diritto tedesco prevede di solito per i soggetti del processo penale, la zona riservata al pubblico si trova in fondo alla sala. Di fronte, rivolto verso l’aula, siede il giudice, generalmente in posizione più elevata: il presidente al centro e i giudici a latere o popolari ai lati.
A un’estremità del banco dei giudici siede il verbalizzante. Il banco del pubblico ministero si trova tradizionalmente dal lato della finestra, mentre quello dell’imputato e del suo difensore sul lato della porta. Sulla sedia al centro dell’aula prende posto il testimone durante l’audizione.
Dichiaro aperta l’udienza
Nella sala entrano il giovane pubblico ministero, seguito dall’imputato e dal suo difensore, che prendono posto al banco degli imputati. La verbalizzante è già pronta alla sua postazione, nascosta dietro un grande monitor. Per ultimi entrano i due giudici popolari e il giudice presidente. (Per inciso, i giudici indossano una toga nera con strisce di velluto e una cravatta o un papillon bianchi).
La corte odierna, formata da due giudici popolari e da un magistrato di professione, deve decidere in merito all’appello che è stato presentato dall’imputato stesso, senza l’indicazione di una motivazione e all’insaputa del suo difensore. Dopo aver accertato le generalità delle persone comparse, il presidente interroga l’imputato dapprima sulle sue condizioni personali e poi sui fatti di causa.
L’imputato è un giovane disoccupato, parla indistintamente e ha un comportamento piuttosto passivo, come se lui per primo dubitasse dell’accoglimento della sua domanda. In primo grado era stato condannato a una pena detentiva, sospesa in condizionale, per spaccio di stupefacenti e lesioni personali alla sua compagna, che all’epoca dei fatti era incinta.
Il giovane ammette la commissione dei reati così come accertati dalla sentenza di primo grado, di cui il presidente ha dato lettura, e precisa di aver presentato appello allo scopo di vedersi ridurre la pena. Date le ammissioni dell’imputato, il presidente ritiene che non sia più necessaria l’escussione dei testi, per cui prega la verbalizzante di avvertirli tempestivamente.
Il giudice presidente continua poi ad ascoltare l’imputato per capire se sussistano le condizioni per una riduzione della pena. Le risposte piuttosto goffe del giovane dimostrano però che quest’ultimo non ha ancora compreso la gravità delle sue azioni e che nulla ha intrapreso nel frattempo per migliorare la sua situazione (ad es. ricerca attiva di un posto di lavoro, disintossicazione dalla sua dipendenza dagli stupefacenti, ecc.).
Il suo avvocato difensore deduce di non essere stato a conoscenza dell’appello e di non aver avuto per lungo tempo alcun contatto con il suo cliente, ma cerca comunque di addurre qualche debole argomentazione per quanto riguarda le lesioni personali alla compagna.
Il giudice replica però che l’aver procurato lesioni a una donna in stato di gravidanza è un reato particolarmente grave. Date le circostanze, il presidente propone di sospendere l’udienza affinché l’imputato e il suo difensore possano valutare l’eventuale ritiro dell’appello.
L’udienza prosegue
Quando l’udienza riprende, l’imputato, rassegnato, fa mettere a verbale la sua intenzione di ritirare l’appello. Di conseguenza il giudice lo informa che in tal modo la sentenza di condanna di primo grado diviene immediatamente esecutiva e che entro il termine di legge riceverà l’ordine di esecuzione. Dal momento che l’imputato ha ritirato l’impugnativa, l’udienza si conclude senza che venga pronunciata la sentenza.
Noi siamo un po’ delusi, ma al giovane imputato va decisamente peggio. Oltre a dover scontare la pena detentiva, deve infatti farsi carico delle spese processuali nonostante il ritiro dell’appello. Le spese di giudizio sono stabilite in base all’entità della pena comminata e rappresentano la parte più esigua delle spese.
I testimoni invitati a comparire, infatti, hanno comunque diritto all’indennità dal momento che avevano già intrapreso il viaggio per comparire in aula. Le spese più cospicue, tuttavia, sono rappresentate dall’onorario dovuto all’avvocato difensore.
Pur non avendo potuto assistere alla pronunzia di una sentenza, al termine dell’udienza penale abbiamo la preziosa opportunità di porre qualche domanda al giudice presidente, che cortesemente ci illustra i principi generali che sottendono al diritto processuale penale, prendendo ad esempio l’udienza che si è appena conclusa.
Il magistrato ci spiega inoltre alcuni importanti aspetti della sua professione e dell’organizzazione interna del Landgericht di Bayreuth.
Il Landgericht di Bayreuth
L’ambito territoriale di competenza del Landgericht di Bayreuth comprende la città di Bayreuth e le suddivisioni amministrative (Landkreise) di Bayreuth e Kulmbach. Il Landgericht ha sede presso il palazzo di giustizia in Wittelsbacherring 22, dove sono ospitati anche l’Amtsgericht e la Procura.
L’imponente edificio costruito in pietra arenaria è sopravvissuto al periodo bellico quasi senza riportare danni, e nel 1975 è stato posto sotto la tutela dei beni culturali.
In materia penale il Landgericht Bayreuth è competente nei seguenti procedimenti: procedimenti penali di primo grado per reati particolarmente gravi; procedimenti d’appello contro sentenze penali pronunciate dall’Amtsgericht e procedimenti di esecuzione penale.
In grado d’appello avverso le sentenze dell’Amtsgericht, come quella a cui abbiamo assistito oggi, la kleine Strafkammer applica il cosiddetto divieto di riforma in peggio, solo se l’appello è stato presentato dall’imputato.
Tale principio stabilisce il divieto di modificare in senso peggiorativo l’entità della pena irrogata in primo grado. Avverso le sentenze pronunciate in secondo grado dalla kleine Strafkammer è consentita l’impugnazione in terzo grado avanti l’Oberlandesgericht.
Se al termine dell’udienza di oggi il giudice avesse emesso una sentenza di condanna, in linea teorica il condannato avrebbe potuto impugnare la sentenza dinanzi all’Oberlandesgericht di Bamberg.
Attualmente presso il Landgericht di Bayreuth operano 18 magistrati, di cui tre donne rispettivamente nella prima e nella seconda sezione penale e altre due presso la sezione di esecuzione penale.
Alla domanda che gli chiede di illustrare i problemi principali che il Landgericht si trova attualmente ad affrontare, il magistrato risponde ammettendo una scarsità di periti, soprattutto in ambito psichiatrico.
Ciò comporta che, spesso, sono necessarie intere settimane, se non addirittura mesi, prima di avere disponibile una perizia, con conseguente dilazione della durata dei procedimenti.
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